martedì 19 ottobre 2010

Atto di fede necessario per sopravvivere

Ecco perché chi ha talento
oggi fa fatica a emergere


Ecco perché chi ha talento
oggi fa fatica a emergere
di FRANCESCO ALBERONI

Ci sono dei luoghi in cui, per un certo periodo, fioriscono i geni, in seguito torna la mediocrità. Atene fra il 450 e il 350 ospitava figure come Socrate, Platone e Aristotele, poi nulla. L'Italia ha avuto lo splendore del Rinascimento, poi le occupazioni straniere e la decadenza. Alla fine del secolo a Vienna c'erano Freud, Klimt, Mahler poi il deserto. In Francia negli anni Sessanta e Settanta Sartre, Simon de Beauvoir, Lévi-Strauss, Barthes. Oggi non c'e più nessuno come loro. In tutta Europa la cultura sembra avvizzita.

Perché? Perché non nascono più persone di genio oppure perché il nuovo ambiente non le aiuta a crescere, ad affermarsi, ma le ostacola e valorizza altri tipi di personaggi? Io credo che sia questa la vera causa. Quand'è che fioriscono i geni? Quando la società ha slancio, ottimismo, fame di futuro e quindi di persone competenti e geniali. Come in Italia nel dopoguerra, quando tutti volevano lasciarsi alle spalle la miseria e creare prosperità. Ed erano pronti a lavorare duramente, a prodigarsi. Gli operai lottavano per diventare piccoli imprenditori, gli studenti facevano a gara per sapere di più. I più bravi erano subito richiesti dalle imprese. In una piccola città come Pavia gli studenti universitari più brillanti erano conosciuti da tutti e ricercati dalle ragazze.

Poi è venuta la globalizzazione e una crisi dei sentimenti morali collettivi. Abbiamo una popolazione invecchiata, una economia stagnante, una scuola scadente, una università satellite di quelle anglosassoni, con studenti che non hanno più la passione del sapere. Fra cui si è radicato il devastante convincimento che chi fa bene, chi si prodiga, chi lavora duramente, chi merita, non verrà ricompensato, non avrà successo. Mentre riuscirà chi è spregiudicato, chi appare in televisione, chi trova protezioni politiche.

Si è diffusa l'idea che siamo in una «società liquida» in cui non conta ciò che hai fatto, non valgono la lealtà, la parola data. Cosa non vera perché se non resistessero questi valori la società smetterebbe di funzionare. E anche nel lavoro vediamo che i giovani preparati, pronti a lavorare e ad adattarsi, lo trovano. Ma con più fatica. Come fa più fatica chi ha grandi doti e si trova in un ambiente culturale che non lo aiuta e non lo capisce. Per riuscire deve avere una grande fede, un grande ideale e una fiducia di fondo nella natura umana per vincere ogni giorno la sfiducia, il cinismo, l'indifferenza di chi lo circonda.

Francesco Alberoni
18 ottobre 2010 corriere

venerdì 15 ottobre 2010

Conversazione sul digital divide italiano









Il professore Wolfango Sbodio si è appeso con corde da alpinista alla facciata dell'istituto professionale Luxembrug di Torino per protestare contri i tagli alla scuola voluti dalla riforma Gelmini. http://goo.gl/J3V2

giovedì 14 ottobre 2010

Apps for higher education

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Gmail, Google Calendar, Google Documenti e altro ancora.

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Chi utilizza Google Apps?

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Il manifesto di Think!

#thinkinnovationchannel live on http://livestre.am/pgJ9

diretta streaming alla conferenza stampa di presentazione di Think!.

Un Manifesto per far ripartire la crescita del nostro Paese

Comitato Scientifico di Think!

1. Negli ultimi 15 anni, l’economia è diventata globale e la crescita ha avuto accelerazioni marcate anche grazie all’uso pervasivo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione che aumentano enormemente la rapidità della diffusione della conoscenza e del sapere. La recente grave crisi finanziaria ed economica ha fatto emergere la necessità di un ripensamento della globalizzazione così come si era prima realizzata. Servono nuove regole che diano più importanza alla stabilità, soprattutto in campo finanziario. Ma ciò rende ancor più necessario un nostro maggior impegno per le prospettive di sviluppo del Paese.
Per trarre beneficio dell’innovazione – in termini di crescita della produttività totale del Paese – e per mantenere una posizione competitiva nell’economia mondiale occorre che siano verificate alcune condizioni:
1) La realizzazione e l’aggiornamento delle infrastrutture appropriate e lo sviluppo di un’industria di servizi di alta qualità, che sono oggi il terreno su cui competono i sistemi paese.
2) La capacità di competere, sul piano dell’’innovazione e su quello dei costi, regola base di funzionamento dell’economia di mercato.
3) Lo stimolo all’efficienza e alla qualità micro e macro in tutto ciò che appartiene al settore pubblico, ed è perciò addebitato ad un contribuente che non può evadere il suo contributo fiscale; ed alla sfera dei servizi, che costituisce il terreno su cui le imprese di un paese possono condividere le risorse materiali e immateriali per competere.


2. Il nostro Paese non eccelle in nessuna di quelle condizioni e quindi, non a caso, l’economia italiana, nonostante l’innovatività delle sue imprese di punta e il loro saper competere nei mercati internazionali di competenza, continua a non beneficiare che in minima parte dell’innovazione rappresentata da tutto ciò che ha legami con le tecnologie digitali e con internet. Il drammatico calo della produttività – per ora lavorata, e/o per unità di PIL prodotto – che ne deriva è spesso identificato con caratteristiche difficilmente eliminabili della società italiana (la rilevanza della famiglia, rispetto a quella della comunità; l’assenza del merito come standard del nostro sistema educativo; etc.). In realtà, a ben guardare, molto dipende dal ruolo di fattori attribuibili a ciò che è governato dalla politica, ed è quindi correggibile sempre che riceva adeguata priorità avendone chiarito (e condiviso) cause, rimedi, e costi. La sfida è quella di saper formulare politiche che senza stravolgere le caratteristiche che sono state anche i punti di forza dell’industria Italiana a partire dal secondo dopoguerra, la sappiano proiettare sui terreni in cui l’ICT è in grado di coniugare flessibilità ed efficienza, innovazione e affidabilità, crescita dimensionale e evolutività dei modelli di business.


3. A tal fine, riteniamo necessario ribadire un doppio percorso. Da un lato, quello più adatto all’impostazione politica del problema, che è l’affermazione dei valori di un paese normale, che crede nella modernità della tecnologia oggi prevalente nei paesi civili e/o che tali stanno diventando. Crediamo pertanto nei valori della competizione; nelle opportunità date dal merito; nella necessaria onestà fiscale. Crediamo inoltre nella capacità di utilizzare la rete per trasformare la partecipazione dei cittadini, di tutti coloro che si impegnano per tenere in piedi il paese, in energia per l’ innovazione e il cambiamento. La rete puo’ svolgere un ruolo fondamentale nel fornire strumenti per raccogliere “civic intelligence “e supportare “civic engagement”, e per costruire ambienti di partecipazione informata e di deliberazione, nel framework di un sistema di regole che garantiscano interazioni produttive.
Accanto alla espressione di questi valori serve anche un impegno diretto e concentrato sulla creazione – la più rapida possibile – delle condizioni di sistema necessarie perché le moderne tecnologie della comunicazione e della condivisione diano anche in Italia tutti i loro frutti. Per questa missione il cambiamento prioritario nei prossimi tre anni è il seguente.


4. Da un punto di vista più generale (politico ed anzitutto culturale):
1) La definizione di policies che consentano l’incontro tra creatività e capitale.
2) La definizione di un welfare per la conoscenza, che liberi la flessibilità dalla precarietà.
3) L’aggiornamento normativo che consenta l’accesso e la condivisione della conoscenza prodotta nell’ambito della ricerca finanziata con fondi pubblici.
4) Il pieno dispiegamento del ruolo dell’Agenzia per l’Innovazione, le cui funzioni devono essere definite con il concorso di tutti i portatori di interessi legati alla società e all’economia della conoscenza.


5. Da un punto di vista più operativo:
1) la diffusione dell’ICT nelle Pubbliche Amministrazioni come parte integrante dei processi di riforma e non come mero intervento di riduzione di costi, al fine di sviluppare appieno il loro potenziale per dare forma ad un governo all’altezza con la società complessa che deve gestire.
2) la ri-qualificazione dell’industria ICT nazionale, oggi con poche eccezioni indebolita dalla crisi,per dare all’industria Italiana la possibilità di ricevere il servizio di cui ha bisogno, a partire dalle sue specificità e dei suoi caratteri distintivi, e che consenta di inventare nuovi business grazie alla capacità di cross-fertilizzare innovazione tecnologica e innovazione di prodotto.
3) la proiezione internazionale dell’industria ICT Italiana, che si qualifica per il suo saper disegnare e sviluppare soluzioni che coniugano flessibilità ed efficienza in partnership con le imprese utenti (l’ICT nel Made in Italy, il Made in Italy nell’ICT).
4) Lo sviluppo di un’ampia iniziativa verso i paesi in via di sviluppo, particolarmente ma non solo nell’area del Mediterraneo, per favorire la fornitura di tecnologie, know-how, ma soprattutto di “innovazione semplice” da parte delle nostre imprese per favorire lo sviluppo economico e il miglioramento della qualità della vita di quelle popolazioni.


In conclusione, è urgente definire una sola priorità: far ripartire la crescita del nostro Paese. E questa priorità a sua volta richiede una preliminare decisione culturale e politica: porre l’innovazione e quindi la rete al centro della necessaria trasformazione del Paese.
Milano, 14 Ottobre 2010
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Salman Khan Speaks at GEL



Bill Gates parla di Khan Academy

Con la rete oggi il sapere è direttamente accessibile dietro la tastiera. Si discute molto sulla rete di come questo sia destinato ad impattare nei prossimi anni. Ne ha parlato anche Bill Gates ad Aspen, citando uno dei suoi siti preferiti: Khan Academy. Un sito il cui traffico è letteralmente esploso nel giro di pochissimi anni ed è #1 nel suo segmento come traffico su Youtube.

I contenuti: videolezioni di dieci minuti, con cui chiunque si può fare un proprio curriculum di crescita e conoscenza. Salman Khan qui racconta la sua iniziativa e fa vedere una sua videolezione di storia di esempio. Come lui stesso racconta le ragioni del successo sono in una combinazione di fattori e secondo me nella geniale semplicità del progetto (no profit). Sicuramente vincente è il format delle sue lezioni, estremamente efficace in effetti.

http://gianlucadettori.nova100.ilsole24ore.com/2010/10/bill-gates-parla-di-khan-academy.html



http://www.youtube.com/user/khanacademy

mercoledì 13 ottobre 2010

Tutti i numeri della Rete italiana


24° Mercoledì di NEXA - 13 ottobre 2010, ore 18-20 
Corso Trento 21, Torino (primo piano) Ingresso libero
Neutralità della rete, tariffe flat, 4G, reti in fibra, wifi pubblico, deep packet inspection, gestione del traffico, profilazione. Sono tutti temi di grande importanza che riguardano l'evoluzione di Internet e che esamineremo sulla base di considerazioni tecniche ed economiche che riguardano gli operatori di telecomunicazioni.

Stefano Quintarelli, imprenditore tra i pionieri di Internet in Italia, blogger tra i più accreditati nonché Garante del Centro NEXA, discuterà di questi temi confrontandosi con Juan Carlos De Martin e Marco Ricolfi, co-direttori del Centro NEXA, nonché con i fellows, lo staff e tutti coloro i quali vorranno intervenire nel dibattito. Streaming video dell'evento: http://nexa.polito.it/events


Chi fa la rete? Per avere una rete al passo coi tempi, servono investimenti pubblici o basta affidarsi al mercato? Qual è il peso degli operatori di telecomunicazione e dei creatori di piattaforme e contenuti nel determinare il futuro della rete? Questo futuro è su fibra ottica? Oppure il WiMax risolve (o ribalta) tutti i problemi di cui ci troviamo a parlare?

L'incontro tenterà di offrire risposte a queste e altre domande, toccando temi quali l'importanza delle dorsali e dell'ultimo miglio, della concorrenza e delle strutture di costo. Ciò offrendo spiegazioni tecniche ed economiche in linguaggio accessibile a tutti, ma con argomenti - e numeri! - che ci aspettiamo interesseranno anche gli addetti ai lavori.

Ecco alcune delle idee, molto diffuse anche online, che saranno messe alla prova, numeri alla mano. Si dice spesso che portare la fibra ottica nelle case di tutti (o quasi) gli italiani richiederebbe enormi investimenti. Ma non si dice che, probabilmente, farlo costerebbe meno di 350 km di una linea ferroviaria ad alta velocità come quella Milano-Torino. Oppure, si afferma che gli operatori di telecomunicazioni sono ormai secondari, e il vero business è quello dei servizi e delle piattaforme come Google, Facebook, Twitter. Ma cosa risulta guardando ai fatturati e alle aspettative di crescita di queste società? E ancora: per molti utenti della rete, le linee telefoniche tradizionali sembrano una tecnologia obsoleta e destinata al declino. Probabilmente è vero, ma nel considerare il futuro di questa tecnologia (e il presente della Rete) non si deve scordare che la redditività (misurata dal margine operativo lordo) di una linea DSL (come le comuni ADSL) è circa la metà di quella di una linea telefonica tradizionale.