La Scuola Digitale sta al centro della rivoluzione informatica della Agenda Digitale. Anche in un recente articolo di Wired Italia, la scuola si era evidenziata come punto strategico di innovazione in Italia. Essendo il digital-divide italiano originato primariamente da un problema culturale, sicuramente sara' la scuola a poter fungere da ponte generazionale tra i nativi digitali e il resto del mondo.
Eppure, quando si parla di scuola, ci si scontra sempre con una realta' frammentata e scalcinata. Il problema non e' tanto tecnologico quanto organizzativo, come del resto avviene per qualsiasi innovazione dei processi che facciano uso delle tecnologie informatiche. Ma nella scuola questo problema si amplifica, diventando il vero scoglio, insormontabile.
Vengono finalmente al pettine i nodi dello sconquasso statale. La scuola non ha un coordinamento unico, ma si aggroviglia in un frattale di responsabilita' distribuite e disperse. Comuni, Regioni, Stato, si intersecano con le responsabilita' dei ministeri e dei dirigenti scolastici, insieme ai consigli di istituto e degli insegnanti. Il risultato e' la torre di Babele. Nella rivoluzione digitale, invece, diventa assolutamente necessaria una disciplina e organizzazione teutonica.
Registro Elettronico, Scuolamia, Didattica Digitale, ebook e testi online, Tablet e LIM, wifi e banda larga. Dal 2009 al 2012 non e' praticamente cambiato nulla e ora difficilmente un proclama del ministro sara' sufficiente a far cambiare le cose. Dove qualcosa e' cambiato e' stato per la volonta' dei singoli.
Necessariamente il motore del cambiamento sara' dato dalle Regioni, che hanno la sufficiente massa critica per muovere soldi e accentrare la gestione del software e dell'infrastruttura in modo efficiente per consentire una reale fornitura di servizi in cloud-computing a tutte le scuole, imponendo attivamente il passaggio alla tecnologia informatica.
Fintanto che non saranno previste sanzioni disciplinari e decurtazioni dello stipendio, difficilmente si potra' smuovere la massa inerziale della pubblica istruzione. Sono necessarie disposizioni precise, che ricordino la legge e le sanzioni, ma che definiscano anche inequivocabilmente referenti regionali a cui chiedere e dai quali ricevere indicazioni precise su cosa bisogna fare, in modo da impedire che ogni scuola decida da se o, peggio ancora, finisca per non decidere e fare nulla.
Le due direzioni strategiche sono:
1) adozione di sistemi software in cloud-computing (open-source e SOA) che devono erogare i servizi per l'automazione dei processi e registro elettronico a tutte le scuole;
2) direttive per sviluppare libri di testo in forma ebook (epub) pagate dal MIUR e pubblicate con licenze creative-commons, in modo da tesaurizzare la competenza dei tanti insegnanti che sanno benissimo integrare libri di testo con schede, dispense e altri lavori creativi, in una unica biblioteca nazionale accessibile a tutti in forma gratuita.
La legge e' chiara e la tecnologia e' disponibile. Ora non resta che usarla in modo efficace.
Questo richiede necessariamente organizzazione e disciplina.
Con il progetto “scuola digitale” si realizzeranno 28 classi piemontesi di one-to-one computing garantendo, agli studenti, l’utilizzo quotidiano in tutte le materie di studio dei computer in classe e la disponibilità del netbook sia a scuola che a casa. Il progetto si pone, inoltre, l’obiettivo di aumentare il numero di classi convolte finalizzando tutte le risorse che si otterranno.
Per un funzionamento sicuro ed affidabile, senza bisogno di manutenzione, la configurazione dei computer sarà affidata alle scuole dell’Associazione Dschola che supportano, da anni, le scuole Piemontesi nella gestione ottimale delle dotazioni tecnologiche. Il supporto dei centri SAS Dschola aiuterà le scuole sia nella fase di progettazione della pila software che nella fase di infrastrutturazione della scuola, fondamentale per la riuscita del progetto. Si prevedono interventi on-site per lo studio della copertura wireless, per gli aggiornamenti alle connessioni di rete, per l'attivazione di un filtro per la navigazione protetta e per per l'installazione di sistemi di condivizione dei lavori in rete.
Il 18 settembre a Roma verra' siglato l'accordo tra Regione Piemonte, Ministero all'Istruzione e Ufficio scolastico regionale per lo sviluppo del ''Piano nazionale Scuola Digitale''. Lo comunica in una nota la Regione Piemonte.
Il progetto e' stato avviato per migliorare e potenziare la dotazione informatica delle scuole italiane e per il Piemonte vedra' uno stanziamento complessivo di circa 4,3 milioni di euro : 2.095.000 euro messi a disposizione dal Miur e altri 2,2 milioni di euro appositamente stanziati dalla Regione Piemonte attraverso i tre Assessorati all'Istruzione, alla Formazione Professionale e alla Montagna.
In particolare 2,2 milioni di euro serviranno a sviluppare le classi 2.0 , dotando ogni studente di un tablet e le classi di lavagne interattive (il 30% delle risorse andra' alle primarie, un altro 30% alle secondarie di I grado e il restante 40% alle secondarie di II grado); 200mila euro andranno al potenziamento delle scuole 2.0 , ovvero della connessione degli istituti alla rete; 1,5 milioni di euro saranno destinati alle scuole di montagna , per garantirne la funzionalita' didattica attraverso le tecnologie informatiche; 400mila euro serviranno, infine, a implementare le classi 2.0 anche nelle agenzie di formazione professionale (sempre attraverso tablet e lavagne digitali).
Il progetto mira a superare la divergenza tra l'attuale linguaggio didattico e quello della societa'digitale, sviluppare la propensione all'uso delle tecnologie, favorire la produzione di contenuti digitali per la didattica e l'utilizzo in classe. Tra gli obiettivi, creare un sistema di collegamenti fra scuole dei centri piu'grandi e aree periferiche, come le scuole di montagna.
L'assessore alla Digitalizzazione e Semplificazione Carlo Maccari, intervenuto a Mantova ai lavori del convegno 'Sto bene a scuola - educare digitale', parlando a una platea di quasi 500 tra insegnanti e presidi, ha illustrato contenuti e obiettivi della Giunta regionale che, primo caso in Italia, ha impegnato quasi 13 milioni di euro per finanziare l'acquisto di strumenti informatici innovativi per rivoluzionare il modo di fare lezione.
'Generazione Web' - ha dichiarato Maccari - si sta rivelando un successo senza precedenti, tanto da persuaderci ad aprire un secondo Bando, dopo che il primo, con una dotazione finanziaria di 8,7 milioni, ha ricevuto ben 280 domande valide da parte delle classi lombarde di scuole statali, paritarie e istituti di formazione professionale. In pratica, con le risorse messe in campo, il 12 per cento delle classi prime e terze che all'inizio dell'anno scolastico devono adottare nuovi libri di testo in Lombardia sara' definibile come digitale. Il secondo Bando, che chiudera' il 14 settembre, e' dotato di oltre 4 milioni di euro: 2 milioni destinati a coprire le 61 domande rimaste escluse con la prima ''chiamata'' e altri 2 milioni per finanziare nuovi progetti pervenuti.